di Cinzia Grillo
Per la collezione 2024, Elisabetta Polignano evoca il concetto del bello nella sua essenza eterna, sottolineando come la contaminazione della bellezza sia
emblema di trasformazione ed evoluzione.
E’ il linguaggio della contaminazione che, negli anni, ha donato alla stilista ispirazione e una nuova maturità. L'abito, attraverso la magia dell'alta sartoria, si traduce così in un'estetica che racchiude senza limiti e senza confini ieri, oggi, domani.
Intento della stilista è stato quello di estrapolare l'essenza della couture, la sua anima, al di là del tempo, rendendo palese come l'esperienza dell'immagine e della cultura trasformano e plasmano anche l'animo più creativo.
Così in collezione, i due concetti tracciano abiti couture che rivelano un nuovo percorso di Elisabetta Polignano, dove le proporzioni toccano epoche diverse a partire dagli anni 60. I volumi e i dettagli ruotano in un equilibrio di stili, combinazioni, incroci di culture e costumi.
Il focus è sul dettaglio scenico, che dona all'abito un nuovo senso di stile e creatività.
Ecco così il gioco delle lunghe frange in rafia o del taffetà spalmato, effetto perla: pura couture nella lavorazione dei tessuti.
Richiamo ai 70's “hippy chic” per i fiori in macramè che diventano tocco ad hoc sui corpetti.
Tonalità del bianco e del nero per imponenti abiti in mikado e organza arricchiti da dettagli over, che riflettono carattere e personalità di chi li indossa.
Gioco del corto e dei colori pensati da Elisabetta Polignano per calcare i red carpet internazionali.
Linee a sirene, scivolate, morbide, easy chic il cui punto di forza è la sartorialità.
Gli abiti realizzati a mano prendono vita, diventano eterni, abiti nati per brillare nel guardaroba come stelle circoscritte da perenne modernità.
Abiti dai nomi emblematici: Cassiopea, Sole, Sirio, Andromeda. Astri e costellazioni da indossare, colonne , per sempre, del proprio modo di essere e di apparire.