“Bianche trame” è il resoconto di un viaggio, una storia di emozioni e di sensazioni non ambientata in Sicilia, che pure la racconta nelle sue mille sfaccettature e commistioni, in un affacciarsi e tornare tra Oriente e Occidente. Parte da lontano la nuova collezione dello stilista Marco Strano presentata domenica 26 gennaio, ospitata nelle sale del maestoso Palazzo Manganelli, a Catania.
“È la mia Istanbul che voglio raccontarvi” anticipa il couturier siciliano che ha fatto sfilare in passerella 55 abiti, tra sposa e alta moda, ispirati ad una delle città più suggestive al mondo, in cui le stratificazioni storiche e culturali si intersecano e risuonano nell’anima con un linguaggio universale, che è pace, bellezza, armonia.
Ed è nella meraviglia dei decori del complesso monumentale Santa Sofia, Ayasofya, o dell’antico Palazzo Topkapi, in quella immersione estatica che d’improvviso pare emergere qualcosa di familiare, un legame ancestrale tra quel mondo apparentemente lontano e una Sicilia che quelle bellezze le ha incubate per secoli. E così, da Istanbul alla Sicilia il passo è breve, un sottile filo conduttore che lega quelle maioliche decorate con foglie d’acanto che ricoprono le nicchie di hammam e moschee a quelle che hanno reso famosa Caltagirone. Perfino in quelle vesti nere, gli abeyya oggi indossate dalle donne di fede islamica, c’è tanto di una Sicilia dimenticata, di usi e tradizioni.
Il leit motiv della collezione “Bianche trame” è proprio l’idea di commistione tra tessuti, colori, decori e tecniche tradizionali tratteggiate con linee moderne senza che la cultura venga trasformata in costume.
La rete, realizzata a mano ad uncinetto, abbraccia il macramè. Il pizzo al tombolo siciliano trattiene le pieghe delle gonne in pizzo di cotone. Il pizzo sangallo sposa il macramè fiorito o geometrico. La garza di seta è inframezzata col pizzo ad uncinetto. Insoliti ed armoniosi contrasti pervadono la collezione.
Due le novità 2020: più volume per la wedding couture e il colore nero, usato per la prima volta negli abiti d’alta moda, con ben 4 proposte. Un nero che cela un’esplosione di colori, sottili veli sotto cui si intravedono abiti in tessuti preziosi da tinte sgargianti. “Il volume leggero degli abiti dona loro una femminilità altera e quasi snob - spiega Marco Strano - che permette di leggere meglio tutte le trame che compongono l’abito. Cosi come per gli abiti, i caban di tulle impalpabile velano gli abiti di pizzo chantilly e rebrodé francese”.
Linee perfette di pieghe rigide sulla seta corposa che incidono le gonne, decorate con foglie di acanto o con profumate rose. Il colore bianco che illumina la collezione ha un profumo che sa di spezie e di corone fiorite.
Le trame delle reti si intrecciano con i fiori di rafia, di cotone o di seta, creando suggestioni che raccontano i giardini segreti degli antichi palazzi. La madreperla è ricamata come un intarsio sui corpetti in trine di cotone o in veletta.
L’oro è una pennellata leggera che accentua i contorni delle rose dipinte a mano sull’organza di seta e la trama di una rete fiorita. Il verde è una macchia che vibra, chiaro nelle foglie dei mughetti ricamati su una rete dì chantilly, o scuro nelle foglie delle rose sospese in un velo a mantilla.
Come ogni anno, le creazioni dello stilista incantano e stupiscono, una vera gioia per tutti coloro assistono a questo meraviglioso spettacolo.