Ad essere tradizionalisti c’è sempre da perderci. Di base perché quello è il terreno ideale dell’aspettativa. Una sorta di maledizione lanciata dall’abitudine, per cui ad ogni azione deve corrispondere una risposta già codificata, come se la nostra vita, le nostre sensazioni fossero un menù scritto da un ipotetico dover essere.
Poi, perché stupire è bello quanto fare un regalo. Dunque in questi giorni in cui imperano consigli per San Valentino, perché non decidere di fare l’esatto opposto, magari il giorno dopo o quando più vi aggrada?
Certo con classe, ad esempio festeggiando a colazione.
Un mazzolino di fiori di campo, un prezioso vassoio, cioccolata e dolci speciali.