Nasce la moderna Food Experience e il cibo diventa un “mezzo” per comunicare
di Serena Colavita
Mettersi a tavola, per noi italiani, è da sempre un rito sacro principalmente per celebrare un evento importante che sia un compleanno, un matrimonio, Natale o altre feste comandate.
In nessun altro Paese al mondo si hanno i concetti di pranzo e cena come li abbiamo noi; sebbene negli ultimi decenni i ritmi di vita e lavoro ci hanno, purtroppo, spesso tolto questo gusto dello stare a tavola.
Da sempre, si dice, che si mangi prima con gli occhi che con la bocca perchè la presentazione di un piatto fa la differenza; moltissimi ristoranti, catering e Chef oggi tendono a sottolineare quanto la loro cucina sia una vera e propria Food Experience quindi non si limiti al gusto bensì coinvolga tutti i sensi.
Noi ora siamo abituati a vedere, anche in televisione, continue novità nel panorama gastronomico, contaminazioni tra culture differenti, accostamenti inusali e originali presentazioni; ma torniamo indietro nel tempo, esattamente all’inizio del secolo scorso quando la rigidità della tradizione e il rispetto delle regole erano un must tra gli addetti ai lavori.
Si svolge a Torino, precisamente l’8 marzo 1931, la cena che rompe gli schemi e decreta una vera e propria svolta creativa in cucina : pittori, artisti e scrittori, appartenenti al movimento Futurista, propongono un nuovo modo di approcciarsi al cibo che va oltre il solo degustare e, attraverso l’Arte nelle sue varie forme, coinvolge i commensali facendoli vivere un’esperienza multisensoriale.
Il proclama diffuso in città così recitava : “L’avvenimento assumerà perciò un’importanza eccezionale, la data del quale rimarrà impressa nella storia dell’arte cucinaria così come indelebilmente son rimaste fissate, nella Storia del mondo, le date della scoperta dell’America, della presa della Bastiglia, della pace di Vienna e del trattato di Versailles”.
La serata è descritta anche nel libro “Cucina futurista” firmato dai massimi esponenti del movimento artistico ossia Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Colombo, detto Fillia.
Viene allestito un Aerobanchetto con un grande tavolo a forma di aeroplano sormontato da un’elica; l’ispirazione è data dall’Aeropittura ovvero opere di paesaggi ripresi dall’alto che hanno lo scopo di trasferire le sensazioni e le visioni che si provano mentre si è in volo.
Il rumore di una scoppiettante Harley Davidson fa da sottofondo al banchetto.
Alle portate vengono dati nomi quali “Antipasto intuitivo”, “Brodo solare”, “Aeroporto piccante”, “Aerovivanda tattile con rumori e odori” a cui corrispondono altrettanti artistici impiattamenti.
L’aperitivo di benvenuto è un cocktail a base di cioccolato e birra.
Una mise en place, per l’epoca, altrettanto audace accoglie gli ospiti: piatti di latta, tovaglie in carta color argento e il vino servito non dalle bottiglie ma dai bidoni.
Ai presenti viene data da consultare una listavivande decorata da vari artisti, bandita infatti la parola menù come tutti i termini in lingua straniera; gli ospiti sono invitati a prendere parte attivamente alla cena tramite bizzarri meccanismi che coinvolgono i cinque sensi.
L’ Arte entra così ufficialmente in cucina attraverso l’utilizzo e lo studio del colore, la sperimentazione, la cura quasi maniacale dei dettagli nel creare una pietanza, insoliti accostamenti che appaiono come provocazioni; un nuovo approccio che va ben oltre il cibo volendolo proporre più come una tela che un piatto.
Ci sono date che hanno segnato un cambiamento epocale, è accaduto anche per la Cucina italiana : l’avanguardia è il coraggio di osare, chi sperimenta non sempre ha il successo desiderato ma senza i temerari, spesso visti come folli e visionari, la storia non avrebbe futuro!
Si ringraziano Casa d’Arte San Lorenzo www.arte-sanlorenzo.it per le immagini delle opere di aeropittura firmate dal futurista Uberto Bonetti
e l’Executive Chef Gaetano Orlando per i piatti liberamente ispirati, di seguito la descrizione.
Tonno rosso scottato con olio di mandorle, datterino cotto al forno, erbe stufate e pesto di peperone alla brace. Cedro candito ed olio EVO
Boccone di manzo al vino rosso piacentino, glassa ai mirtilli, pera marinata allo zafferano, fiori ed erbe dell’orto