“Il decoro dei decori” che ancora oggi racconta l’eccellenza dell’arte e del design Made in Italy
Di Cinzia Grillo
Piero Fornasetti è l’uomo e il genio creativo che firma i celebri piatti con il volto di donna che ancora oggi desideriamo, dopo settanta anni dalla loro creazione.
Primogenito di una famiglia borghese, Piero Fornasetti segue la sua passione per il disegno.
Nel 1930 s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, ma matura insoddisfazione nei confronti degli accademici dai quali non sente d’imparare cose nuove, in seguito alle sue proteste sarà espulso per insubordinazione.
E' grazie al fortunato incontro con Gio Ponti, che rimane conquistato dai disegni in stile neoclassico che rievocano il patrimonio architettonico italiano, che si sancisce il suo successo come decoratore.
Si stabilisce una solida collaborazione tra i due, che culmina nell’esposizione alla Triennale di Milano, della serie “Architettura “ nel 1951. Notevoli i mobili progettati da Gio Ponti e decorati dalla mano di Piero Fornasetti che vi dipinge sopra le facciate e gli interni degli edifici neoclassici: il disegno è integrato nella forma del mobile e ne infrange la geometria e i volumi apparenti.
Qui, vogliamo ricordare Piero Fornasetti, indiscussa eccellenza italiana, in particolare per aver realizzato, oltre 350 raffigurazioni del volto di donna, interpretate e reinventate in ogni possibile variante.
La donna che ha ispirato le illustrazioni di Piero Fornasetti è Lina Cavalieri, di lei si hanno oltre 350 raffigurazioni, variazioni di uno stesso tema, declinate all’infinito, in una sequenza quasi maniacale.
“La massima testimonianza di Venere in terra", scrisse D’Annunzio nella dedica della copia del Piacere che regalò a Lina Cavalieri.
Mito e leggenda intorno a questa donna.
Per alcuni la sua storia si potrebbe raccontare come una favola, per altri come un melodramma. Natalina Cavalieri nasce nel 1875 a Viterbo, fu romana d’adozione, perché la famiglia si trasferì a Trastevere quand’era ancora in fasce.
Lina inizia a lavorare a tredici anni vendendo violette lungo le strade. È cantando, mentre assiste agli spettacoli del Baraccone delle meraviglie di piazza Guglielmo Pepe, che viene notata da un maestro di musica, Arrigo Molfetta, che si propone di darle lezioni e che otterrà per lei la scrittura in un piccolo teatro di Piazza Navona. È l’inizio del suo successo, che la porterà a diventare una delle più note chanteuse di Roma.
Più che la voce, secondo i critici di allora non così straordinaria, furono il fascino sfrontato e la bellezza a portarla al successo. Il salto oltralpe è breve: a Parigi alle Folies-Bergères, a Londra all’Empire e a Vienna per l’English Garden.
Si sposò ben cinque volte e il suo viso sedusse Gio Ponti, Moravia, Henry Miller, Pablo Neruda e Max Ernst, che le rese omaggio in un famoso ritratto fotografico.
Si racconta che ogni giorno ricevesse dai suoi ammiratori 1.300 fiori, tra rose e orchidee, che ricevette oltre 800 proposte di matrimonio, un duca siciliano giunse perfino a fingersi autista per due mesi per poterle starle accanto per poi desistere sconfortato.
Un velo di mistero è celato intorno alla sua morte avvenuta nel 1944. Qualcuno narra che si salvò dall’esplosione causata da una bomba caduta sulla sua casa ma morì durante il crollo della casa stessa, perché tornò indietro a recuperare una cassetta con i suoi gioielli.
Piero Fornasetti trasse ispirazione da un’illustrazione di una rivista francese e dal 1952, da allora cominciò a ritrarla senza sosta, tanto che il volto di questa donna è stato considerato l’alter ego di Fornasetti.
I suoi volti divennero un’ossessione per Fornasetti, un’ossessione che sosteneva di non poter spiegare.
“Ho cominciato a farli e non ho più smesso, Lina Cavalieri è un vero e proprio archetipo: la quintessenza di un’immagine di bellezza classica, come una statua greca, enigmatica come la Gioconda. Una bellezza classica che è una tela perfetta per variazioni illimitate".” commenterà.
Il genio di Fornasetti, scomparso nel 1988, si caratterizza proprio per il guizzo creativo, la capacità di sovvertire le regole e l’eccentrica riproduzione in serie, elemento tipico del suo tratto stilistico, in grado di influenzare il mondo dell’arte e del design, e scatenando nei collezionisti il desiderio di possedere ogni pezzo.