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12/04/2023
Plustopia - Una mostra per raccontare l'uguaglianza
Plustopia - Una mostra per raccontare l'uguaglianza
Di Angelo Garini

"Plustopia, quasi un'utopia. Plus acronimo di people like us, rappresenta l'etnia ideale in cui la diversità è uguaglianza".
Queste sono le parole con cui Giovanni Cagiano, alias Jeancajean, introduce questa esposizione, che ha esordito a Milano nel mese di marzo.
Una mostra che mi ha colpito molto per il modo innovativo e creativo di raccontare un concetto che mi sta profondamente a cuore: quello dell'uguaglianza, e dell'inclusività, attraverso la raffigurazione grafica di 506 differenti "ritratti".
Ne parliamo con l'autore Giovanni Cagiano, architetto e designer.

Ci conosciamo ormai da molti anni e posso dire di averti visto muovere i primi passi nella costruzione del tuo percorso professionale, è quindi un grande piacere ritrovarti in questa occasione, nella veste di artista.
Come sai, sostengo sempre l'importanza di avere una mente aperta ed ecclettica che ci permetta di affrontare nuovi progetti, nuove sfide, magari allontanandoci da ciò che è il cammino che ci siamo immaginati, per poi avvicinarcisi ancora, sempre pronti poi a ripartire per nuove avventure.
Bello quindi vedere che anche tu ti muovi in direzioni diverse e affronti sperimentazioni in campi differenti.

-Partendo da qui, raccontaci chi sei

Mi ritrovo totalmente in ciò che hai detto, sono una persona che cerca sempre di mettersi in gioco, a cui piace cambiare ed affrontare esperienze nuove e sconosciute, perché credo che la crescita stia proprio in questo, nell’imparare da ciò che non hai ancora fatto. Dagli studi in architettura, passando per l’illustrazione, passione che da sempre coltivo, mi sono poi dedicato alla produzione degli eventi che tuttora pratico. In questo contesto ho l’opportunità di misurarmi continuamente con nuove sfide e confrontarmi in ogni occasione con nuove persone, dalle quali provo sempre a trarre qualcosa di positivo. Basta solo saperlo cogliere.

-Da dove nasce l'idea, per me, te lo ripeto, davvero geniale, di rappresentare il concetto di uguaglianza da cui consegue l'idea di inclusività attraverso queste opere?

Ti ringrazio innanzitutto per le tue belle parole e per gli ulteriori spunti su cui riflettere. Anche per me quelli dell’uguaglianza e dell’inclusione sono concetti importanti, ma allo stesso tempo anche molto semplici e ovvi, aggiungo io. Purtroppo ancora oggi così non sembra essere. Le parole da spendere su questo tema sono sempre tante, anche se, in un mondo ideale, non dovrebbe esserci nulla da dire, non dovrebbe servire. Ecco perché ho deciso di far parlare 506 individui ideali, individui di una nuova etnia che raggruppa e rappresenta tutte le etnie del mondo. Non esistono nella realtà, sono liberi da schemi e preconcetti insiti nella nostra società, arrivano da altrove a dirci che la diversità è uguaglianza, messaggio che trasmettono solo con la forza dei loro volti. Così faccio un passo indietro e lascio che siano loro ad esprimersi per quello che sono, con la libertà di comunicare la propria vera ed unica identità, senza nessuna etichetta, facendoti sentire libero e completamente parte di essi.

-Quale tecnica hai usato per la realizzazione degli originali?


La tecnica è molto semplice, fogli A3 e pennarelli neri. Ho cominciato a realizzare i primi volti nel marzo 2020, in pieno lockdown, durante il quale gli unici materiali che avevo in casa erano solo questi e così ho iniziato a disegnare, senza grosse pretese. Per più di un anno ho continuato allo stesso modo, con gli stessi strumenti e la stessa tecnica, proprio perché l’importante per me non era il come, ma il cosa questa nuova etnia avrebbe espresso. Un messaggio semplice ed importante. E la semplicità stava anche in questo, nel metodo utilizzato per crearla. 
-Mi piace pensare che questi "personaggi" percorrano le vie del mondo e raggiungano la loro definitiva destinazione, arricchendo la casa di chi li sceglierà, per questo ti chiedo se saranno messi in vendita?
-E in questo caso, pensi di dare il via ad una tiratura numerata oppure ognuno dei tuoi disegni resterà un'opera unica?


Trovo molto appropriata la definizione di “personaggi che percorrono le vie del mondo”, effettivamente l’idea è proprio questa, che invadano case e città, vivendo insieme a noi. A tal proposito sto lavorando allo shop online dove saranno messe in vendita in primo luogo le riproduzioni non originali. Gli originali al momento rimangono con me. Devo dire che mi fa ancora un certo effetto il pensiero di separarmene, hanno percorso pian piano con me un pezzo della mia vita e non ho ancora trovato un valido motivo per lasciarli andare, anche se prima o poi so che succederà.

-Immagino che sarai particolarmente affezionato ad alcuni di loro...

Come ti dicevo sono affezionato a tutti loro allo stesso modo, sento un legame con ognuno di essi perchè tutti sono parte di me. Dopotutto sono il mio popolo. Non ricordo chi è stato il primo e chi l’ultimo ad essere nato, per cui non posso nemmeno collocarli nel tempo e sentire in questo senso un maggior legame con alcuni rispetto ad altri. Graficamente tuttavia ho i miei preferiti e quelli che sento meno affini, ma per una pura questione di gusto estetico. Mi incuriosisce sempre sapere anche che cosa suscitano in chi li incontra, in quali volti gli osservatori si rispecchiano, da quali si sentono attratti oppure inquietati. E capisco ogni volta che tutto è puramente soggettivo. 
-Personalmente credo che questo possa essere il primo passo di un percorso pieno di possibili sviluppi. Quali potrebbero essere? Hai già qualche idea?

Ho assolutamente molte idee sugli sviluppi che potrebbe avere questo progetto, continuo a pensarci facendo ricerca e confrontandomi con persone più o meno esperte. Ma a volte sono anche i commenti spontanei di chi osserva il mio lavoro a suggerirmi possibili scenari, che io colgo e facendone tesoro. Per dare qualche idea di sviluppo penso alla ceramica, ai tessuti, ma non solo…Ad esempio, durante i giorni dell’esposizione, ho riscontrato un particolare interesse anche tra i bambini, a cui francamente non avevo pensato. I loro occhi, catturati ed incantati a guardare con purezza questa nuova etnia che tanto ha da dire, fanno molto riflettere. Credo che Plustopia sia molto versatile e che si possa adattare a molteplici contesti. E mi piace pensare sia così, che sia fruibile da differenti tipologie di utenti e che si possa diffondere il più possibile per arrivare laddove non riusciamo ad arrivare noi stessi. E trovo che proprio questa sia la sua forza.

Concludo con una frase tratta dalla tua presentazione: Il confronto con chi ha caratteristiche o pensieri diversi, l'apprezzamento di nuovi punti di vista e altri modi di essere, portano a crescita e a nuove scoperte".
Un pensiero bellissimo che ti ringrazio di aver espresso attraverso il tuo lavoro.





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