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19/05/2025
Un matrimonio è riuscito quando è una festa per tutti, non solo per gli sposi
Un matrimonio è riuscito quando è una festa per tutti, non solo per gli sposi
Grazie a WIM per questa bellissima intervista che condivido con voi

Quali sono secondo te i dettagli che fanno la differenza per creare un evento memorabile oggi?

Un evento è memorabile quando lo è per tutti e non solo per gli sposi. Potrebbe sembrare una considerazione banale, per me, invece, è alla base della buona riuscita dell’evento stesso. Vale a dire che gli sposi non devono dimenticare che un matrimonio è sicuramente una festa, ma una festa che mescola tradizione e innovazione, oltre ad essere un momento di inclusione di due famiglie e di due gruppi di ospiti di età, target, provenienza diverse.
Trovo che sia inutile fare una festa splendida ma che sia poco godibile per gli ospiti più grandi per ragioni logistiche o di fruizione degli spazi, altrettanto inutile fare scelte di menù all’insegna dell’originalità assoluta ma che potrebbero scontentare molti invitati.
L’attenzione per tutti i propri ospiti è dunque fondamentale.
Per ciò che riguarda la messa in scena dell’evento poi, si tratta di trovare un equilibrio elegante tra allestimenti floreali, menù curato, musica piacevole che scandisca i vari momenti e infine scenografie olfattive e intrattenimenti che creino ricordi indelebili.

Ci racconti la tua storia e come questo è diventato poi per te un vero e proprio lavoro?


Nasco come architetto, con una grande passione per tutto ciò che fa parte del mondo della decorazione, dell’arte e della creatività. Il mio primo matrimonio arrivò in maniera inaspettata, ma non imprevedibile. Avevo ultimato un importante progetto di rifacimento di una casa a Milano e la mia cliente, la cui figlia si sarebbe sposata l’anno seguente, conoscendo la mia grande passione per la storia della tavola, l’arte del ricevere e la decorazione floreale, mi chiese di occuparmi di quel matrimonio. Un tempo, infatti, i grandi matrimoni venivano organizzati dagli architetti e dunque la richiesta della mia cliente fu perfettamente in linea con la tradizione storica. Da lì nacque l’idea di aggiungere alla progettazione degli spazi dell’abitare anche quella degli spazi per accogliere e festeggiare, realizzando progetti per la vita, la casa o progetti per un giorno, il matrimonio


Come immagini lo sviluppo di questo settore per i prossimi cinque anni?

Immagino e spero, che questo settore si consolidi con una crescita di professionalità in tutti i settori ad esso collegati e con una maggior consapevolezza del fatto che si stia parlando di un settore commerciale importante, non di attività che si svolgono solo per passione… La passione è certamente fondamentale, ma stiamo parlando di un settore che deve crescere in maniera organica e con un desiderio di collaborazione che al momento scarseggia ancora

Cosa manca oggi, secondo te, al comparto industriale per crescere ulteriormente?


Mi rifaccio a quanto appena detto, manca una consapevolezza profonda e diffusa in maniera trasversale che stiamo parlando di un settore importante con fatturati di tutto rispetto, se ne stanno accorgendo anche a livello governativo e politico, ma il primo passo da fare è nelle piccole realtà, magari evitando di identificare la figura degli organizzatori e pianificatori di eventi, come quella della o del “wedding”, quando addirittura questo termine non diventa “wending”.


Come immagini lo sviluppo di questo settore per i prossimi cinque anni?

Immagino e spero, che questo settore si consolidi con una crescita di professionalità in tutti i settori ad esso collegati e con una maggior consapevolezza del fatto che si stia parlando di un settore commerciale importante, non di attività che si svolgono solo per passione… La passione è certamente fondamentale, ma stiamo parlando di un settore che deve crescere in maniera organica e con un desiderio di collaborazione che al momento scarseggia ancora

Cosa manca oggi, secondo te, al comparto industriale per crescere ulteriormente?

Mi rifaccio a quanto appena detto, manca una consapevolezza profonda e diffusa in maniera trasversale che stiamo parlando di un settore importante con fatturati di tutto rispetto, se ne stanno accorgendo anche a livello governativo e politico, ma il primo passo da fare è nelle piccole realtà, magari evitando di identificare la figura degli organizzatori e pianificatori di eventi, come quella della o del “wedding”, quando addirittura questo termine non diventa “wending”.


Che cosa pensi di WIM?

Personalmente, trovo che WIM sia un luogo virtuale, ma non solo, di incontro e confronto. Un ambiente che garantisce serietà e professionalità, dove incontrare operatori del settore seriamente motivati alla propria crescita personale e all’approfondimento della propria formazione.
Un ambito nel quale emerge in maniera chiara e forte, la volontà di dare al settore matrimoni ed eventi il giusto risalto, con l’intento di diffondere la consapevolezza che il tempo di parlare di fiori confetti e nastri è definitivamente superato, per affrontare invece argomenti che suggeriscano strategie di mercato e linee guida per far crescere le proprie aziende.

Cosa proporresti per rendere l’offerta ancora più completa?


Da sempre cerco di portare cultura e conoscenza storico artistica nel mondo dei matrimoni, mi piacerebbe dunque che, all’interno di WIM, trovasse spazio anche un momento di approfondimento dedicato a temi puramente formativi che possano mettere a disposizione dei partecipanti temi più puramente legati alla storia dell’arte del ricevere, di cui l’Italia, ha il piacere e l’onore di potersi dire il luogo d’origine.
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