di Angelo Garini
Elisabetta Polignano, una creativa, un’imprenditrice, una persona che stimo e seguo da molto tempo…
Qualche tempo fa ho avuto il piacere di vedere dove nasce ognuno dei pezzi unici firmati da Elisabetta, conoscendo il luogo in cui disegna, il luogo in cui mette in opera e prova, il luogo in cui le sue abilissime lavoranti, uso volutamente un termine desueto, ma che ne vuole riconoscere tutto il lavoro, realizzano a mano, punto dopo punto, ciò che lei ha disegnato.
In questo luogo ho ritrovato due degli elementi che più mi stanno a cuore, da un lato l’artigianalità italiana che è vera arte, quella del pezzo unico fatto interamente a mano, splendido esempio di eccellenza made in Italy, dall’altro il concetto di “bottega rinascimentale” dove si vive, si sogna, si crea e si realizza.
Elisabetta, nasci in Puglia e proprio lì, nella città di Putignano, muovi i primi passi nel mondo della moda…
In effetti è proprio così: sono orgogliosa di essere Pugliese e di essere nata e cresciuta nella mia Putignano dove ho avuto la fortuna di poter respirare l’aria laboriosa e dinamica degli artigiani locali.
Ai tempi, Putignano era il distretto degli abiti da sposa a livello nazionale; anzi venivano anche dall’estero per comprare gli abiti da sposa che si producevano nei numerosissimi laboratori sparsi per tutto il paese.
Ed io, come tutti, conoscevo tante ricamatrici e artigiani in genere che con le loro mani sapevano creare delle cose meravigliose; ne ero totalmente affascinata, tanto che non appena potevo, invece di andare a giocare, preferivo imparare a ricamare o a tagliare e tutte quelle signore erano tanto simpatiche e gentili che non riuscivo a concepire modo migliore di passare il mio tempo.
So che ad un certo punto, hai deciso di trasferirti a Milano per studiare architettura, dando alla tua visione dell’architettura stessa, un indirizzo specifico nella moda. Ti faccio la domanda che fanno spesso anche a me, come hai messo insieme due passioni apparentemente diverse?
Finita la scuola da stilista a Bari sono partita per Milano carica di Sogni, di Aspettative, ma anche con quella giusta paura che ti impedisce di gettare al vento certe opportunità.
Per me Milano era ed è tuttora la capitale mondiale della Moda ed ero affascinata dal fatto di essere lì.
Architettura significa Creatività, Equilibrio di volumi Ricerca di soluzioni nuove… Mi affascinava tutto questo (e mi affascina tutt’ora) e poi mi sono ritrovata a studiare e a riportare questi elementi nell’abito da sposa … Sempre alla ricerca di nuove soluzioni stilistiche dove l’equilibrio fosse l’elemento centrale attorno a cui “giocare” con fiocchi o tagli asimmetrici, tessuti tridimensionali ecc.
Comunque hai ragione: sono due mondi diversi “solo” apparentemente, nel senso che comunque di elementi che possono essere traslati da un settore all’altro ce ne sono molti; sarebbe forse più interessante chiedersi come nasce in uno spirito creativo, l’intuizione di utilizzare certi elementi di un settore in un altro… ma qui andremmo ad aprire un discorso molto più vasto che andrebbe a scavare nell’animo, nel subconscio.
Dopo aver raggiunto Milano, indiscussa capitale della moda, compi una scelta in contro tendenza e decidi di dare vita e spazio al tuo mondo a Oleggio, lasciando la grande città per un luogo circondato dalla campagna. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
Come ti ho detto, vengo dalla provincia Barese per cui può darsi che in un certo senso una dimensione meno urbana mi appartenga… non saprei… so solo che amo le grandi città d’arte e le metropoli moderne che trovo sempre affascinanti, ma quando lavoro ho bisogno di calarmi nel mio ambiente ideale (il laboratorio) senza qualsivoglia distrazioni; ho bisogno di perdermi tra le mie creazioni per crearne altre per vivere a fondo la MIA moda.
Luogo della vita e luogo del lavoro, ma anche luogo per incontrare le tue clienti che segui con estrema attenzione. Come titolo di questa intervista ho scelto una tua frase che mi ha molto colpito: “Ogni sposa è musa”, così come mi ha colpito il rapporto che instauri con ognuna di esse, enorme valore che si aggiunge alla tua creatività.
Ci racconti qualcosa di più?
Si, qui, insieme a Dario, ho creato questo ambiente per me ideale dove poter stare non solo in laboratorio, ma anche ricevere le spose.
Questo è forse l’aspetto più affascinante del mio lavoro (insieme al momento creativo). “Ogni sposa per me è una musa”: è proprio così, quando mi parlano le ascolto con la massima attenzione perché so che il momento è per loro delicato, sono un subbuglio di sentimenti e sensazioni che vanno dolcemente prese per mano ed accompagnate nella loro scelta.
Dedico tutta me stessa per capire il loro carattere, la loro personalità, per offrire loro la soluzione migliore. E poi ascoltare le loro storie, le loro esperienze, i loro desideri accende in me la curiosità di studiare soluzioni nuove ad hoc per ognuna di loro ed a volte vengono fuori delle idee che poi traspongo nelle mie collezioni future.
In questo lavoro ci sono tante sfaccettature, tanti elementi apparentemente separati, ma a guardare attentamente ci sono delle connessioni che fanno di tutto ciò un unico elemento.
Negli anni la tua azienda è cresciuta e ha raggiunto un grande successo, dove sono arrivati, oggi, in Italia e nel mondo, gli abiti e le diverse linee Elisabetta Polignano?
Sono ormai più di 26 anni e questa azienda è cresciuta grazie all’impegno ed alla dedizione che io e Dario ci abbiamo messo.
Oggi in Italia abbiamo diverse boutique, che vendono i nostri abiti ed anche con loro vale sempre la regola di ascoltare le loro esigenze per poterli seguire al meglio. Ricerchiamo i nostri partners solamente tra coloro che hanno a cuore davvero il Made in Italy e che hanno al loro interno, personale che sappia dare il giusto risalto alla Sposa.
Nel mondo lavoriamo molto bene col Giappone; i Giapponesi sono moto attenti ai dettagli, sono esigentissimi ed amano veramente il Made in Italy.
Poi vendiamo anche in Germania, in Korea, negli USA e in Arabia Saudita.
Quali sono le tue passioni personali e come trascorri il tempo che riesci a ritagliarti per te stessa?
A dire il vero non riesco a ritagliare molto tempo per me, ma quando lo faccio, quando riesco a “staccare” lo faccio nel vero senso della parola ed allora comincio a viaggiare, adoro muovermi in Italia ed all’estero, tra città d’arte, tanto mare e sole.
Un’ultima domanda, cosa sognava la ragazza che è partita dalla Puglia per raggiungere Milano e quali sono i tuoi sogni per il futuro?
Quella ragazza aveva molto sogni… tutto ruotava intorno alla Moda…
Ha avuto, quella ragazza, la capacità di non perdere mai di vista i valori quali la serietà, la professionalità, la meticolosità e soprattutto l’umiltà.
Le cose poi, piano piano, hanno cominciato a prendere forma, a concretizzarsi, forse non avrei mai immaginato di arrivare fin qui, ma ora che ci sono vedo altri orizzonti, altri traguardi da raggiungere…
Sicuramente una cosa che vorrei è riuscire a formare le giovani leve che sono ora in azienda con me, perché voglio che il mio know how non vada perduto e possa contribuire così, alla grandezza del Made in Italy.